Nazionale

La Fifa ha semplificato le procedure di tesseramento per i minori

Uisp e Rete Fare apprezzano la scelta per uno sport che favorisca l'inclusione di rifugiati e richiedenti asilo. Parla R. Chiodo Karpinski
 
La FIFA ha recentemente annunciato una modifica del sistema di registrazione dei giocatori che potrebbe rappresentare un significativo passo avanti per l'accesso al gioco dei minori rifugiati. Fino ad ora il sistema di registrazione imponeva ai giovani giocatori il rilascio del nulla osta da parte della federazione nazionale del paese di origine per poter giocare nel paese di accoglienza. Questo rappresentava un serio ostacolo e metteva perfino in pericolo questi minori costringendoli, per poter giocare in un campionato, a rendere noti al paese dal quale stanno fuggendo gli elementi per essere identificati e trovati. Si tratta di informazioni riservate che costituiscono una conditio sine qua non per richiedere l’asilo o il riconoscimento dello status di rifugiati.

“Le nuove norme fanno sì che le Federazioni nazionali possano iscrivere il giocatore attraverso il sistema di registrazione della FIFA, assicurando che il loro nome non sarà diffuso – spiega Raffaella Chiodo Karpinski, presidente Rete Fare (Football against racism in Europe) - La Federazione nazionale dovrà compilare il modulo di registrazione online e la FIFA concederà il nulla osta. Questa svolta è stata accolta favorevolmente dai club di base e da tutti coloro che lavorano nel settore dell'inclusione sociale, perché sbloccando le procedure si incoraggia l'entrata a pieno titolo dei giovani giocatori nei club e nelle squadre”.

L'Uisp e la Rete Fare avevano messo questi temi al centro del confronto del 13 febbraio scorso a Roma, chiedendo alle istituzioni il superamento degli ostacoli all'accesso al gioco, al fine di sfruttare al meglio il gioco del calcio per favorire la socializzazione e l'incontro tra le persone.

"L'inclusione sociale e il pieno accesso per i minori sembrano ora a portata di mano e questo è senza dubbio un successo frutto di attenzione e impegno da parte di chi, nella società civile e nelle istituzioni, si è dimostrato sensibile e aperto all'ascolto. Speriamo che questo processo di apertura arrivi presto a coinvolgere anche i tanti rifugiati presenti in Europa e quelli che verranno: sarebbe il raggiungimento di pieni diritti per tutti, nessuno escluso. Solo allora potremo dirci pienamente soddisfatti - conclude Chiodo - Continueremo a lavorare insieme ad associazioni ed esperti in campo giuridico per denunciare potenziali discriminazioni e chiedere la cancellazione di ogni forma di ostacolo, affinché lo sport possa essere uno spazio aperto che non conosce esclusione".